La Ue: i giornalisti devono poter usare notizie e atti di cui vengono in possesso
LA COMMISSARIA REDING RISPONDE ALLA LETTERA DI RITA BORSELLINO
Restrizioni al giornalismo d'indagine sono attentati alla libertà di espressione
L’on. Rita Borsellino, su richiesta dell’Unci, ha chiesto alla Commissione Europea di vigilare sui contenuti del ddl Alfano. Pubblichiamo la lettera di risposta di Viviane Reding, Commissaria ai Media.
23 settembre 2009, Bruxelles - On. Borsellino, La ringrazio per la sua lettera del 29 luglio 2009 indirizzata al Vice presidente J. Barrot nella quale esprime le preoccupazioni suscitate dal disegno di legge italiano che sarà sottoposto prossimamente al voto del Senato della Repubblica italiana e che prevede limitazioni al diritto dei giornalisti all’uso e alla protezione delle loro fonti, tra cui l’uso dei tabulati telefonici.
Mi permetta innanzitutto di ribadire che ritengo che la libertà di espressione costituisca un principio di base dell’Europa ed è sancito all’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Sono pienamente solidale con i giornalisti e gli editori europei quando la libertà di stampa è messa in causa, poichè tale libertà è uno dei principi europei fondamentali e come tale l’ho sempre difesa a livello dell’Unione Europea.
Il diritto dei giornalisti all’uso e alla protezione delle loro fonti, qualunque esse siano (ivi compresi tabulati che siano trapelati e venuti in loro possesso) è naturalmente uno dei principali principi a garanzia di un effettivo esercizio della libertà di stampa. Di conseguenza, ritengo che qualsiasi restrizione o ostruzione al giornalismo d’indagine può essere considerata come un grave attentato alla libertà di espressione.
La libertà di stampa può essere sottoposta a restrizioni solo se tali restrizioni sono “previste dalla legge” ed imposte ai fini del perseguimento di uno o più dei legittimi obiettivi contemplati dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e se costituiscono “misure necessarie, in una società democratica” ai fini dei suddetti obiettivi.
Pertanto la Commissione sottoscrive pienamente il principio in base al quale i giornalisti facciano uso di ogni informazione in loro possesso, salvo restando naturalmente i casi eccezionali previsti dalla Convenzione europea, e senza alcuna imposizione di rivelare le proprie fonti e meno che ciò non sia necessario ai fini di un’indagine penale.
Come Lei sa, in base al Trattato istitutivo della Comunità Europea e al Trattato sull’Unione Europea, la Commissione non dispone di competenze generali d’intervento in caso di violazioni dei diritti fondamentali. Il solo ruolo che la Commissione potrebbe svolgere è quello di esaminare la questione della libertà di espressione nell’ambito di un caso particolare e concreto attraverso il quale si possa stabilire un nesso col diritto comunitario. Tale nesso non sembra sussistere nel caso attuale, ma i servizi della Commissione continueranno a seguire l’evoluzione della situazione e a garantire il pieno rispetto dei Trattati istitutivi delle Comunità europee.
La prego di gradire Onorevole Borsellino, i miei più cordiali saluti.
Viviane Reding