E’ merito del lavoro dei cronisti l’isolamento sociale dei violentatori
REPLICA DEL SCR AL QUESTORE DI ROMA CARUSO
Le critiche generiche alimentano le suggestioni alla censura
27 febbraio 2009 - Se la polizia romana reagisce con prontezza e tempestività al moltiplicarsi di casi di violenza contro le donne, scovando e catturando subito i colpevoli di così orrendi e infami delitti, parte del merito va riconosciuta non soltanto alle denunce coraggiose e a viso aperto delle aggredite, ma anche ai mass-media che, dando ampio rilievo ai casi di stupro, suscitano la partecipazione indignata dell’opinione pubblica, contribuiscono all’isolamento sociale dei responsabili, gettandoli nel panico e favorendone la sollecita individuazione e cattura.
Così il Consiglio Direttivo del Sindacato cronisti romani, nella sua ultima riunione, replica al questore di Roma Giuseppe Caruso secondo il quale la stampa adotterebbe metodi pochi ortodossi nei confronti delle vittime dello stupro cercando scoop a tutti i costi. Le generiche critiche nei confronti “di certa stampa” senza documentarne nome e cognome non solo rischiano di fare di ogni erba un fascio, ma assecondano le perduranti suggestioni al giro di vite sui più importanti fatti di nera, e incoraggiano quanti vorrebbero, e lo si verifica in questi giorni con il liberticida ddl Alfano sulle intercettazioni, il ritorno della censura imponendo il bavaglio ai cronisti.