GALIMBERTI: I GIORNALISTI MINACCIATI UN SIMBOLO DI FRAGILITÀ IL PARLAMENTO DIA UN SEGNALE DI RISCOSSA CIVILE E APPROVI LE LEGGI PER UNA EFFETTIVA LIBERTÀ DI STAMPA
La giornata di mobilitazione della FNSI per la libertà di stampa a Roma
"I cronisti sotto scorta sono il simbolo della fragilità della libertà di stampa in questo Paese, e anche la dimostrazione che la minaccia paga: vite segregate, professioni dimezzate. Per invertire questa anomalia serve una riscossa culturale, che deve partire dal Parlamento con la rapida approvazione della depenalizzazione della diffamazione a mezzo stampa e con interventi punitivi per chi agisce in giudizio con querele temerarie e richieste di risarcimento inaccettabili e con la sola finalità intimidatoria". Lo ha dichiarato il presidente dell'Unci, Alessandro Galimberti, alla giornata di mobilitazione per la libertà di stampa e no-bavaglio indetta dalla Federazione nazionale della stampa, culminata nella manifestazione pubblica di piazza delle Cinque Lune.
Tra gli intervenuti, oltre al segretario della FNSI Raffaele Lorusso e al presidente Giuseppe Giulietti, anche alcuni dei giornalisti che vivono sotto scorta, da Federica Angeli, membro di giunta dell'Unione Cronisti, a Michele Albanese e Paolo Borrometi, oltre ad Amalia De Simone. "Le loro vicende - ha detto Galimberti - dimostrano che attaccare i giornalisti e il giornalismo è sin troppo facile, perché c'è un humus culturale di irritazione verso l'informazione indipendente di cui anche la classe politica è portatrice. Per questo la prima scossa deve arrivare dal Parlamento, che deve superare anni di impasse molto poco onorevoli e approvare le leggi per una effettiva libertà di stampa, dalla riforma della diffamazione alle punizioni esemplari per le querele e le citazioni civili temerarie".