Rischia la chiusura Roma Uno, i giornalisti in piazza
In piazza Madonna di Loreto, a trecento metri da quel Campidoglio che
hanno raccontato per oltre dodici anni, hanno “rottamato” telecamere e
microfoni. Una manifestazione simbolica dei giornalisti e dipendenti di
Roma Uno, la prima emittente televisiva tutta romana che ora - con un
passaggio di proprietà che tutto è fuorché un rilancio e una
valorizzazione della testata giornalistica - rischia la chiusura.
Ci sono tre mesi di stipendi arretrati, il segnale fermo da giorni,
manca un piano aziendale. Il nuovo proprietario – l’imprenditore
Fabrizio Coscione – dice di voler tagliare l’organico e sembra aver già
dimenticato l’impegno di risanare il debito preso al momento
dell’acquisto dell’emittente. Una tv come Roma Uno non è una frequenza,
ma è un giornale, una voce che racconta la città. Il sospetto, e il
timore, è che alla nuova proprietà non interessi di aver acquistato un
patrimonio di credibilità che ora sarebbe stupido buttare nel cestino,
proprio come sono stati buttati – simbolicamente - i microfoni e le
telecamere nella protesta dei lavoratori (giornalisti, ma anche
personale amministrativo: 29 famiglie delle quali si sta decidendo il
destino).
Il Sindacato cronisti romani era presente alla manifestazione di
mercoledì 11 novembre con una rappresentanza del suo direttivo (Giacomo
Carioti, Emilio Orlando, Paolo Tripaldi e Fabio Morabito) così come la
dirigenza dell’Associazione stampa romana (il segretario Lazzaro
Pappagallo e la vicepresidente Alessia Marani) per manifestare quella
solidarietà che a Roma Uno, fortunatamente, hanno rappresentato con
messaggi e dichiarazioni molti esponenti politici, oltre a tanti
cittadini che a questa voce libera che ci ha accompagnato negli ultimi
dodici anni non vogliono rinunciare. Ma la solidarietà non basta.
Ci deve essere la consapevolezza a livello nazionale che l’emittenza
locale è una risorsa per la democrazia. Una risorsa che va tutelata,
perché la libera informazione ha bisogno di più voci. E la stessa città
di Roma - proprio ora quando gli ultimi scandali, la crisi politica, il
Giubileo richiedono il massimo dell’attenzione – è danneggiata da questa
vicenda, così come già lo era stata con lo smantellamento della
redazione di T9. Servono incentivi, una normativa di “protezione” per
l’emittenza che fa informazione, tutele per le testate giornalistiche di
radio e tv locali nei passaggi di proprietà. Una sfida che il sindacato
deve affrontare subito perché è anche un’emergenza di libertà.
Il Sindacato cronisti romani