I cronisti fanno il loro dovere, ma i magistrati li indagano
ENNESIMA INACCETTABILE INTIMIDAZIONE IN PIEMONTE
Invece di cercare in casa loro chi viola il segreto, mettono sotto accusa i giornalisti
22 ottobre 2009 - L’Unione nazionale cronisti italiani e il Gruppo Cronisti Piemontese protestano per l’iniziativa della procura di Novara di mettere sotto inchiesta tre giornalisti i quali hanno pubblicato notizie su un’inchiesta in corso nella città.
Invece di cercare nella stessa Procura chi, eventualmente, ha raccontato dell’esistenza dell’inchiesta, i magistrati di Novara hanno trovato più facile prendersela con i cronisti. I quali hanno fatto esclusivamente il loro dovere:ç sono venuti a conoscenza di una notizia, l’hanno controllata e l’hanno riferita ai cittadini. Quello che ogni giornalista deve fare per rispettare il proprio ruolo professionale e sociale.
La Procura di Novara invece è ricorsa a una inaccettabile forma di intimidazione nei confronti di Renato Ambiel, redattore della Stampa, e di Giuseppe Cortese e Attilio Barlassina, direttore e redattore della Tribuna Novarese.
Tutte le sentenze della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo hanno sempre condannato il comportamento di magistrati nazionali che cercano di condizionare l’informazione pubblica pretendendo di dettare loro cosa i cittadini possono sapere oppure no. A stabilire cosa i cittadini devono o possono sapere non sono i magistrati ma i giornalisti, i soli abilitati – nel rispetto della legge – a decidere cosa sia una notizia di pubblico interesse.