Intercettazioni: No degli editori europei a censurare la libertà di informazione
LETTERA DEI DIRIGENTI DELL’ENPA AI SENATORI DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA
Le sanzioni a carico di giornalisti ed editori sono abnormi e sproporzionate
Pubblichiamo la lettera inviata dai dirigenti della Federazione europea degli editori di giornali ai senatori della Commissione Giustizia che stanno esaminando il ddl Alfano
21 giugno 2009, Bruxelles - L’Enpa - European Newspaper Publishers’ Association - associazione non-profit di oltre 5.200 quotidiani di 25 Paesi europei, esprime la sua profonda preoccupazione per la revisione in corso della legge sulle intercettazioni telefoniche, che restringerebbe severamente e vieterebbe la pubblicazione di qualunque notizia tratta da tali intercettazioni .
La pubblicazione di tali notizie e informazioni sarebbe largamente sanzionata, anche tramite sanzioni penale per i giornalisti e anomale sanzioni monetarie per gli editori (da 64.500 euro a 465.000 euro per ogni singola violazione): questo potrebbe condurre ad una pericolosa interferenza tra i ruoli di direttore ed editore negli uffici redazionali.
Come lei ben sa, questo inopportuno provvedimento legislativo è stato approvato dalla Camera molto di recente. Facciamo appello a lei affinchè bocci questo disegno di legge.
L’Enpa, insieme ad uno dei suoi membri più attivi quali la Fieg – Federazione Italiana Editori Giornali – è per la precisione molto preoccupata per gli effetti della legge proposta sull’attività di raccolta delle notizie e le pratiche redazionali di molti tipi di mezzi di informazione. La più grave implicazione della legge proposta sarebbe che porrebbe dei limiti preventivi alla pubblicazione di un certo tipo di notizie ed informazioni – questo sarebbe considerato come censura in altri Paesi!
Dato che l’Italia aderisce ai principi universali e dell’Unione europea in tema di diritti umani, incluso quello della libertà di espressione, vorremmo segnalare che il forte segnale che l’Italia manderebbe al resto del mondo con questa legislazione è molto negativo.
Per tale ragione è a nostro avviso particolarmente importante che in occasione del voto al Senato il giudizio dei rappresentanti dei media italiani, come espressi in questa lettera, siano presi debitamente in considerazione.
Siamo certi che con l’aiuto delle persone e delle imprese che sarebbero interessate dalla legge proposta, il risultato finale sarebbe molto più equilibrato ed al tempo stesso in linea con gli impegni internazionali assunti dall’Italia – e alla fine tale da rispettare la libertà di espressione.
Rimaniamo a vostra disposizione nel caso desideriate ricevere più informazioni sull’Enpa o sui punti di vista espressi in questa lettera. In particolare, siamo disponibili a recarci a Roma al fine di avere un incontro con voi o con esponenti del suo partito politico per discutere di questa questione, davvero importante non solo per la stampa italiana ma anche per quella europea.
Cordiali saluti,
Valdo Lehari Presidente dell’Enpa
Valteeri Niiranen Direttore esecutivo dell’Enpa
17 giugno 2009 - La Camera giovedì 11 giugno ha approvato (con 318 sì, 224 no e 1 astenuto in votazione segreta) il ddl Alfano sulle intercettazioni che limita fortemente la possibilità per magistrati e forze dell’ordine di utilizzare il più efficace dei mezzi di indagine contro il crimine e altrettanto fortemente riduce il diritto dei cittadini di essere informati in modo corretto, compiuto e tempestivo sulle inchieste giudiziarie.
La lotta che tutte le organizzazioni del giornalismo, Unci in testa, e anche gli editori hanno condotto contro il disegno di legge governativo ha ottenuto dei risultati – sono infatti scomparse dal testo le concezioni più aberranti – ma non sufficienti. Il testo che passa adesso all’esame del Senato è molto lontano dagli standard europei della libertà di stampa, quelli su cui si basa una moderna democrazia occidentale. Organizzazione sociale nella quale il libero e autonomo controllo della magistratura e dell’opinione pubblica, attraverso i mezzi di informazione, costituisce il naturale contrappeso ai poteri politici, legislativi ed economici.
Per questo la lotta contro il ddl Alfano prosegue con l’obiettivo di convincere i senatori a non approvare un testo che lede la Costituzione e la Convenzione dei Diritti dell’Uomo firmata a Roma sulla quale veglia la Corte di Strasburgo. L’Unci, pertanto, con Fnsi e Ordine dei giornalisti ha promosso la replica a Roma di “IN GALERA ! Gli articoli che potremmo non leggere più” ideato da Gegia Celotti e Saverio Paffumi, regìa di Silvano Piccardi e contenuti e testi di Gianni Barbacetto.
“IN GALERA !” cerca di spiegare in modo chiaro, divertente e inoppugnabile cosa non avremmo mai saputo se questa legge fosse stata in vigore nel passato, cosa rischiamo in futuro di non sapere, o di sapere troppo tardi, se sarà definitivamente approvata. “IN GALERA! – Gli articoli che potremmo non leggere più”, è una manifestazione-spettacolo messa in scena grazie all’adesione convinta (e gratuita) degli attori, del regista e grazie alla partecipazione altrettanto appassionata di tutti i colleghi che intervengono e che collaborano all’allestimento.
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