Intercettazioni: Consiglio Valle d’Aosta discute mozione per libertà informazione
SUL DDL ALFANO CI SONO PERPLESSITA’ E PREOCCUPAZIONE
Ascoltati in Commissione i dirigenti dell’Unci e il presidente dell’Ordine
18 maggio 2009, Aosta - I contenuti del disegno di legge Alfano sulle intercettazioni telefoniche sono stati al centro questa mattina di un'audizione, da parte della seconda commissione del Consiglio Valle, dei presidenti dell'Unione nazionale cronisti italiani, Guido Columba e dell'ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta, Claudio Laugeri.
Alla commissione - che sta esaminando, sull'argomento, una proposta di mozione presentata dal gruppo Vda Vive-Renouveau Valdotain - il presidente Columba (accompagnato dai consiglieri nazionali Unci Michele Crosti e Alessandro Galimberti e dal referente regionale Piero Minuzzo) ha evidenziato la contrarietà dell'Unci al ddl definito "un provvedimento inutile e dannoso" che deve essere "modificato in modo radicale" perché "sottrae alla magistratura uno strumento fondamentale e insostituibile per contrastare il crimine ed espropria i cittadini del diritto costituzionale ad essere informati in modo corretto, complesso e tempestivo su come viene amministrata la giustizia".
Il disegno di legge del Governo sulle intercettazioni - secondo Claudio Laugeri - "limita la possibilità di raccontare ai cittadini ciò che accade nel paese" impedendo, tra l'altro, "la raccolta di materiale, riguardante i procedimenti, che costituisce un tassello fondamentale per l'esecizio del diritto di cronaca". Il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta ha inoltre evidenziato il rischio che, a seguito delle restrizioni contenute nel ddl, "ci siano dei procedimenti anche rilevanti di cui l'opinione pubblica potrebbe non sapere mai nulla".
Perplessità e preoccupazione per il ddl Alfano, seppure con sfumature diverse e con l'invito ai giornalisti di "fare un pochino di autocritica", è stata espressa dalla seconda Commissione consiliare permanente del Consiglio Valle. "Speriamo che il Consiglio regionale si schieri presto risolutamente a sostegno del diritto di cronaca e non avalli la posizione di chi vuole mettere il bavaglio alla stampa", ha detto Roberto Louvin, capogruppo di Vda Vive-R e primo firmatario del suo gruppo su una mozione in materia. "Le audizioni di oggi - ha precisato Louvin - hanno confermato in pieno che questa proposta di legge del governo Berlusconi minaccia pesantemente la libertà di stampa". Ha quindi commentato: "La prima preoccupazione di chi oggi ci governa è di far sentire ai giornalisti il tintinnio delle manette e questo è inammissibile".
Un esplicito invito ai giornalisti "a fare un po' di autocritica" è giunta dai commissari Franco Salzone (capogruppo Stella Alpina) e Piero Prola (Uv). Nel sottolineare che "le informazioni date da un certo giornalismo hanno creato grave danno a persone", Prola ha posto l'accento sulla necessità che i giornalisti "seguano con scrupolosa attenzione i codici etici che si sono dati". Salzone ha poi dato atto che le sollecitazioni a modificare i ddl Alfano "non è solo una difesa corporativistica, ma guarda anche al diritto di essere informati dai cittadini".
Da parte sua il presidente della Commissione, Andrea Rosset (Uv), nel corso dell'audizione dei rappresentanti dell'Unci ha invitato i giornalisti "al senso di responsabilità di chi deve fare informazione". Rosset ha poi affrontato la questione delle intercettazioni ponendone tre livelli di questioni: quella investigativa, quella legata alla riservatezza e del diritto dell'informazione evidenziato come sia sempre più necessario un elevato livello di professionalità da parte di tutti gli operatori.