Per l’Europa è illegittimo il carcere per i giornalisti mentre l’Italia pensa a raddoppiare le pene detentive
INTERCETTAZIONI: I CRONISTI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE PER LO SCIOPERO
Il ddl Alfano punta ad impedire che i cittadini siano informati dei grandi scandali
14 maggio 2009 - La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato illegittime le pene detentive per i giornalisti previste dalle leggi dei Paesi europei. La Corte ha condannato la Grecia al risarcimento integrale di un giornalista condannato per diffamazione, proprio mentre l’Italia sta per varare il ddl Alfano che cancella la cronaca giudiziaria e introduce nuove, pesanti misure detentive contro la libertà di stampa
Secondo la Corte Ue, le pene detentive per i giornalisti, anche se convertibili in ammende pecuniarie, sono incompatibili con la libertà di espressione garantita dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Anche la sola minaccia del carcere, scrivono i giudici europei, ha effetti negativi sul diritto della collettività a ricevere informazioni, che devono essere vere, complete e non asservite alla politica o ai potenti di turno.
In Italia invece il Governo ha posto la fiducia sul disegno di legge Alfano, in via di approvazione alla Camera nei prossimi giorni.
Il Ddl spegnerà per sempre la cronaca giudiziaria, per evitare l’esplosione di nuove Bancopoli, Calciopoli, Vallettopoli e di qualsiasi indagine che possa "disturbare”.
A garanzia dell’operazione oscurantista il Governo introduce altro carcere per i giornalisti (fino a tre anni, se pubblicheranno intercettazioni tra indagati) e pene pecuniarie per le aziende, costringendole a diventare il primo baluardo della censura.
L’Unci ribadisce il fermo NO al progetto liberticida dell’informazione che spingerebbe l’Italia anche fuori dall’Europa. I Cronisti italiani sono pronti alla mobilitazione per difendere non un privilegio di casta, ma un diritto costituzionale che appartiene a tutti i cittadini italiani, cittadini europei”.