Imperia: vietato accesso a palazzo Giustizia immediata e dura la protesta dei cronisti
GRAVE ATTO DI INTOLLERANZA CONTRO LA LIBERTA’ D'INFORMAZIONE
Gli interventi di Natalino Famà e Giulio Geluardi
19 ottobre 2010, Imperia - Gli uffici della Procura e della Polizia giudiziaria del Palazzo di Giustizia di Imperia, da questa mattina sono off-limit a tutti i giornalisti. La decisione di interdire l'accesso ai rappresentanti di tutte le testate giornalistiche è del procuratore capo facente funzione, Alessandro Bogliolo, che ha comunicato il divieto di accedere al terzo piano (sede della Procura) a qualunque giornalista.
Il provvedimento sarebbe, secondo quanto precisato dal procuratore, un atto dovuto in conseguenza di una presunta violazione del segreto istruttorio nell'ambito di un’indagine preliminare che riguarda il porto turistico in costruzione a Imperia.
“Ancora un grave atto di intolleranza si registra nei confronti della libertà di informazione - afferma il Consigliere nazionale Unione Cronisti Italiani Natalino Famà -. Oggi a Imperia sono stati censurati i rapporti con i cronisti presso la procura della Repubblica. La disposizione, che vieta ogni contatto, anche all'esterno, con i magistrati requirenti, verrà ufficializzata, come assicurato dal procuratore, con un ordine di servizio emesso dallo stesso procuratore ed esteso alle sezioni di polizia giudiziaria. Di fatto d'ora in poi saranno proibiti i rapporti con le fonti di informazione giudiziaria”.
"Rammarica constatare che a prendere il provvedimento siano stati magistrati, uomini di legge che per professione difendono i principi di eguaglianza e libertà sanciti dalla nostra Costituzione” ha dichiarato il fiduciario del Gruppo Cronisti Liguri Riviera dei Fiori, Giulio Geluardi. “Il divieto di accedere non soltanto alla fonte della notizia ma addirittura fisicamente ai locali della Procura della Repubblica di Imperia, è un nuovo, intollerabile, attacco alla libertà e al diritto di informazione - dice ancora Geluardi -. Un provvedimento adottato dagli stessi magistrati, intesi come categoria, che noi giornalisti abbiamo sempre difeso dagli attacchi da parte di una certa classe politica. Insomma, non ci deve spaventare solamente il lodo Alfano, ma a questo punto gli stessi magistrati che dovrebbero temerlo”.
“La risposta a un atto del genere, gravissimo e inaudito - conclude il fiduciario del Gruppo Cronisti Liguri Riviera dei Fiori - deve essere chiara, durissima e immediata: gli organismi di rappresentanza dei giornalisti debbono informare il Consiglio superiore della Magistratura e il Presidente della Repubblica Napolitano che ne è a capo”.