A Milano si è svolta la terza Giornata della Memoria dei cronisti uccisi
LA CERIMONIA SI E' SVOLTA ALLA REGIONE LOMBARDIA
In occasione del trentennale dell'omicidio di Walter Tobagi
03 maggio 2010 - Nella giornata che l'Onu ha dedicato alla libertà di informazione l'Unione nazionale cronisti italiani ha voluto ricordare a Milano tutti i giornalisti uccisi dalle mafie, dal terrorismo ma anche quelli morti all' estero dove erano andati per raccontare gli orrori delle guerre. A trent'anni dall'omicidio di Walter Tobagi, il giornalista del Corriere della Sera ucciso dalle Brigate Rosse, è toccato alla figlia Benedetta, autrice tra l'altro del libro 'Come mi batte forte il tuo cuore', ricordare la figura del padre, impegnato nel sindacato a difesa anche dei giornalisti più giovani senza visibilità.
"Mio padre - ha spiegato Benedetta Tobagi - era un giornalista molto conosciuto e i terroristi lo hanno ucciso anche per la sua visibilità. Spesso penso a quei giovani giornalisti uccisi dalle mafie. Molti erano sconosciuti e mio padre aveva messo a disposizione la sua visibilità anche per loro".
Rosaria Capacchione, giornalista del 'Mattino' di Napoli sotto scorta per i suoi articoli sui Casalesi, ha messo in guardia la categoria: "Sono una cronista che ha come primo scrupolo quello di raccontare ciò che vedo. Mi fa paura essere diventata un bersaglio per questo. Come giornalisti, però, dobbiamo renderci conto che non siamo amati, non tanto dal potere, ma dalla gente che ci rimprovera la cattiva scrittura e l'omologazione ai comunicati stampa. Purtroppo stiamo diventando dei passacarte e utilizziamo troppo le fonti ufficiali".
Lirio Abbate, inviato de L'Espresso, ha ricordato il disegno di legge sulle intercettazioni: "Penso che se Tobagi e gli altri colleghi uccisi dalla mafia e dal terrorismo fossero sfuggiti agli agguati sarebbero pronti ad andare in carcere contro la legge bavaglio sulle intercettazioni".
Sonia Alfano, figlia del giornalista Giuseppe Alfano ucciso dalla mafia, ha ricordato: "Se ci fossero più giornalisti con la schiena dritta forse oggi ci troveremmo in un contesto diverso".
Roberto Natale, presidente della Fnsi, ha annunciato che contro la legge sulle intercettazioni la categoria è pronta alla disobbedienza civile: "E' una battaglia che si può vincere, faremo ricorso anche alla Corte di Strasburgo. C'é una pretesa di impunità che non ha nulla a che vedere con la privacy".
Alla manifestazione è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: "Al giornalismo spetta il grande compito di garantire che la gente sappia cosa accade nel mondo, che abbia gli elementi per giudicare che possa pensare con la propria testa. Talvolta però questo è un compito difficile e pericoloso perché la verità ha molti nemici, spesso senza scrupoli"
La Giornata è stata aperta da Rosi Brandi, presidente del Gruppo Cronisti Lombardi, che assieme al vice presidente Gianfranco Pierucci, ha curato tutta l'organizzazione.
Guido Columba, presidente dell'Unci, nella relazione introduttiva ha sottolineato che la Giornata, giunta alla terza edizione, ha lo scopo di ricordare i colleghi uccisi – dei quali ha letto tutti i nomi – ma anche quello di impegnarsi affinchè i giovani cronisti possano fare liberamente il loro lavoro e che ciò che è accaduto non debba più ripetersi. Columba ha anche spiegato che la Giornata della memoria cambia sede ogni anno per sottolineare, attraverso il ricordo dei giornalisti uccisi al Nord al Sud e al Centro del Paese, "l'unità della nazione".
Giovanni Negri, presidente del’Associazione Lombarda dei Giornalisti, ha ricordato il suo legame personale con Tobagi e l’impegno per continuare nel sindacato la sua opera. Letizia Gonzales ha portato il saluto dell’Ordine Lombardo. Don Davide Milani, responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi, quello dell’arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio letto dalla presidente del GCL, Rosi Brandi ha sottolineato come la “significativa iniziativa costituisca un concreto esempio di trasmissione della memoria di giornalisti coraggiosi, impegnati nel garantire il diritto di informare e ad essre informati come presidio di libertà”. Un messaggio di saluto è stato inviato anche dal sindaco di Milano, Letizia Moratti.