Milano, fotografi e operatori espulsi da palazzo di giustizia
LETTERA DI ROSI BRANDI AL PROCURATORE GENERALE
Rispetto per la riservatezza, ma si deve tutelare libertà informazione
Milano, 19 gennaio 2011
Illustre Procuratore Generale,
Le scrivo in qualità di presidente del Gruppo Cronisti Lombardi e di consigliere nazionale della Federazione della Stampa, a nome di decine di giornalisti che quotidianamente frequentano il Palazzo di Giustizia di Milano. La Sua decisione di non rinnovare l'autorizzazione all'ingresso a cameraman e fotografi, prima concessa annualmente o semestralmente, sta creando in questi giorni grande sconcerto e preoccupazione tra gli operatori dell'informazione. Il provvedimento peraltro si inserisce in un momento molto difficile per la categoria, che come noto da alcuni anni è costretta a difendere il diritto a una informazione libera e trasparente. Diritto che il mondo politico mette purtroppo costantemente in discussione.
Siamo comunque consapevoli che la libertà di informare si ferma di fronte al rispetto della dignità delle persone e questo, Le garantisco, la stragrande maggioranza dei giornalisti italiani non lo considera un semplice modo di dire. Rispettiamo quindi la Sua preoccupazione di garantire riservatezza alle persone che frequentano a vario titolo il Palazzo di Giustizia di Milano ma al contempo la Sua decisione, oltre a creare gravi problemi organizzativi per l'attività di quotidiani ed emittenti televisive, ci rammarica: non siamo avvoltoi in cerca di prede. La prego quindi di prendere in considerazione l'eventualità di rivedere i termini del provvedimento, garantendoLe al contempo il massimo impegno a vigilare affinché ogni abuso venga evitato.
RingraziandoLa per l'attenzione, resto a Sua disposizione per qualsiasi chiarimento di cui avesse bisogno.
Distinti saluti. Rosi Brandi