IL QUESTORE RENATO CORTESE : A CIACULLI UN LUOGO STRAPPATO ALLA MAFIA E DESTINATO ALLA LEGALITA’ GRAZIE A GIORNALISTI E MAGISTRATI
Il poliziotto che ha arrestato il boss Bernardo Provenzano in visita al Giardino della Memoria di Palermo
Il questore di Palermo, Renato Cortese, ha visitato il Giardino della Memoria di Ciaculli, il sito confiscato alla mafia e gestito da cronisti e magistrati. Ad accogliere il questore c’era il Vice-Presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales. Cortese era accompagnato dai funzionari della polizia di Stato, Maurizio Antonucci (dirigente del commissariato Brancaccio) e Francesco Virga (Responsabile dell’ufficio Relazioni esterne e Cerimoniale della Questura). Il questore Cortese era il dirigente della sezione “catturandi” della Squadra mobile di Palermo che, nell’aprile del 2006, pose fine alla lunga latitanza del capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano.
Successivamente Cortese ha diretto il Servizio centrale operativo della polizia di Stato e dal marzo scorso è il questore del capoluogo isolano.
Nella sua visita a Ciaculli, Cortese si è soffermato, in particolare, davanti agli alberi che ricordano i giudici Falcone e Chinnici, il giornalista Mario Francese, il sottufficiale della polizia penitenziaria Luigi Bodenza ed il poliziotto Calogero Zucchetto, stretto collaboratore di Cassarà e Montana, ucciso a Palermo la sera del 14 novembre 1982.
"Mi ha davvero impressionato il Giardino della Memoria di Palermo – ha detto il questore Renato Cortese –. Ne avevo sentito parlare, ma soltanto toccando con mano, visitandolo, ci si rende conto dell’importanza di questo luogo. Qui a Ciaculli, attraverso la piantumazione degli alberi, i giornalisti ed i magistrati traducono con i fatti il rispetto della Memoria e ricordano tutte le vittime della mafia nel modo più semplice e allo stesso tempo efficace".
Nella foto: il vicepresidente dell’Unci, Leone Zingales, il questore Renato Cortese, il funzionario della questura di Palermo, Francesco Virga