TROPPE AGGRESSIONI AI CRONISTI:L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE GALIMBERTI
Il nuovo episodio di intimidazione al collega Riccardo Coletti della Stampa - minacciato da due sconosciuti per le sue indagini sul caporalato nelle vigne dell'Astigiano, dopo aver subito un danneggiamento dell'auto - rende sempre più urgente un intervento legislativo a tutela dei cronisti, intervento che prenda atto della intollerabile escalation di aggressioni dirette, indirette, fisiche e virtuali a loro danno. Perchè mentre il legislatore continua a concentrarsi - nei disegni in gestazione - su come restringere il perimetro della cronaca e su come aumentare la punibilità di chi ha solo il torto di raccontare la realtà ai cittadini/elettori, oggi con le regole in vigore chi ha minacciato Riccardo rischia una condanna meno che simbolica. Lo stesso, cioè nulla, rischiano i boss più o meno mafiosi che dai social network attaccano quotidianamente i cronisti. Mentre i cronisti devono invece affrontare quotidianamente, oltre il pericolo per la propria incolumità e dei propri congiunti, anche il rischio di querele temerarie e citazioni milionarie infondate, rischi che con le future leggi possono solo aumentare. Ribaltare questa logica perversa dovrebbe essere, prima di tutto, un atto di responsabilità di chi governa il Paese e scrive le leggi. L'Unione Cronisti, nell'esprimere la piena solidarietà e condividere idealmente la responsabilità del lavoro di Riccardo Coletti, ribadisce l'impegno nella difesa della libertà di informazione e della dignità e dei diritti dei colleghi più esposti.
Il Presidente Alessandro Galimberti
L’intervento dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte e dell'Associazione Stampa Subalpina. - TORINO, 3 settembre 2015. L'Ordine dei giornalisti del Piemonte e l'Associazione Stampa Subalpina intervengono a difesa di Riccardo Coletti, collaboratore de La Stampa che è stato minacciato per aver raccontato il dramma dei "migranti della vendemmia" sfruttati dai "caporali", della manodopera in nero tra le vigne del Moscato d'Asti. "Per giorni - osservano il presidente regionale dell'Ordine, Alberto Sinigaglia e il segretario del sindacato giornalisti, Stefano Tallia - da cronista, ha cercato nelle piazze e nelle strade di Canelli bulgari, macedoni, marocchini, albanesi. È andato a vedere dove alloggiano, ha parlato con loro, ha documentato anche con fotografie le miserabili condizioni in cui dormono dopo il lavoro, su pubbliche panchine o ammassati nelle tende tra i boschi. Un corretto lavoro d'inchiesta. Poi qualcuno ha danneggiato la sua automobile e a Coletti è capitato, mentre rincasava, di essere minacciato da due uomini. Scesi da una BMW che aveva la targa coperta, con accento straniero gli hanno detto: Tu, finché c'è la vendemmia, a Canelli non ci devi più venire". L'Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l'Associazione Stampa Subalpina, oltre a esprimere "indignazione per l'accaduto e piena solidarietà al collega Coletti" e ringraziare le forze dell'ordine, "raccomandano la massima vigilanza affinché ogni giornalista possa svolgere fino in fondo le sue inchieste".(ANSA).