Domenica, 22 Dicembre 2024 22:53

Il nuovo anno ci porta un nuovo segretario

Un altro anno, pesante, è trascorso. Uno nuovo si affaccia. E con esso il Congresso della Fnsi che sancirà, dopo 7 anni e due mandati, il passaggio di Franco Siddi nell’ empireo internazionale. Come tutti i segretari che l’anno preceduto - ricordo Santerini, Serventi e l’inossidabile Ceschia che l’altro giorno ha compiuto gli 80 partecipando al Cn della Fnsi - Franco ha fatto bene e male va comunque ringraziato per l’impegno che ci ha messo. Ha firmato due contratti, il primo dopo un tempo tanto lungo da farne quasi dimenticare l’esistenza, che hanno segnato arretramenti e qualche avanzamento: entrambi non sono stati approvati dall’Unci. Tutti e due i contratti, e Siddi, sono stati sommersi da critiche feroci, in diversi casi ingenerose e dovute solo a una esasperata lotta di taglio politico. Ricordo i titoli di due comunicati dello scorso giugno di una delle correnti sindacali: “Contratto/chi schiavo e chi precario a vita” e , soprattutto, ”Contratto/la Fnsi vuole la tomba dei giornalisti e del giornalismo ”.

La Fnsi in questi anni è stata impegnata, oltre che dal contratto, da una vera e propria valanga di problemi e disastri: dalla chiusura di testate ai prepensionamenti, dai contratti di solidarietà al persistente rifiuto di Cgil, Cisl e Uil – tanto prodighe di solidarietà quanto rapaci nel fare incetta di tessere – di far applicare la legge sugli uffici stampa pubblici. Ma anche dai temi dell’equo compenso, della Rai, del finanziamento pubblico ai giornali e cento altri.

In questa marea di problemi si è appannata l’azione a tutela dell’informazione e dei cronisti. La Fnsi è stata lenta e timida sui temi della diffamazione (con un testo di legge inaccettabile che rimbalza dalla Camera al Senato), delle norme sulle intercettazioni (con un presidente del Consiglio che minaccia il ricorso a una legge delega da far approvare poi con il voto di fiducia), delle ricorrenti tentazioni autoritarie del Garante dei dati personali, Soro, (che pretende una “accorta regìa” per far conoscere ai cittadini i dati di politici e amministratori), della presenza dei giornalisti all’interrogatorio del Presidente Napolitano.

L’Unci, come sempre, ha fatto fronte alla situazione e lo farà anche in futuro quando, al Congresso di Firenze, dall’8 al 10 maggio 2015, si concluderà un ciclo di presidenza ben più lungo di quello federale.

Timida la Fnsi è stata di fronte al fenomeno dei prepensionati che rimanevano, a stipendio dimezzato, nel posto di lavoro usuale: dopo oltre due anni di mie denunce in Cn ha partorito una letterina di richiamo ai cdr.

Ugualmente timida la Fnsi è stata sulla tutela dell’immagine del giornalista messa a repentaglio, tra gli altri, da due casi eclatanti: l’inopinata decisione dell’Ordine di Milano di riammettere Renato Farina e dalle trasmissioni para-giornalistiche di Barbara D’Urso. A parole sono tutti pronti a criticare, ma quando, come l’altro giorno al Cn della Fnsi, ci si trova a dover votare un documento scritto presentato dall’Unci, cominciano i distinguo, le scuse, i rinvii, il nulla di fatto.

E’ con questo comportamento che i problemi si sfilacciano, diventano impossibili da affrontare, tantomeno da risolvere.

L’augurio per il 2015 è quello che ci porti, dal Congresso di Chianciano, non solo un nuovo segretario, pieno di energia e desideroso di fare bella figura, ma anche un apparato sindacale che abbia uno scatto di orgoglio ed efficienza e che, lasciando da parte le soffocanti mediazioni tra correnti e correntine, sia verticali sia regionali, dia alla Fnsi la capacità e la forza necessarie a fronteggiare una situazione davvero difficile.

 

Buon anno e cordiali saluti,

                                                                                              Guido Columba

 

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