Intercettazioni: l’Italia deve restare in Europa
MARTEDI’ 9 CORTEO IN BICICLETTA E SIT-IN DAVANTI ALLA CAMERA, MERCOLEDI’ 10 CONFERENZA UNITARIA ALLA STAMPA ESTERA
Il governo intende espropriare il diritto dei cittadini ad essere informati sulle inchieste
05 giugno 2009 - La Camera dei deputati martedì 9 avvierà l’esame finale del disegno di legge Alfano sul tema delle intercettazioni. Un provvedimento che, se approvato, allontanerebbe ancora di più l’Italia dall’Europa della libertà di stampa. Contro il quale i giornalisti italiani sono decisi a battersi anche con uno sciopero generale.
Il ddl infatti punta a impedire che i giornalisti possano informare sullo svolgimento delle indagini e delle inchieste giudiziarie durante il loro svolgimento: se ne potrà parlare solo quando, e se, inizierà il processo. In Italia questo avviene a distanza di molti mesi, in tantissimi casi addirittura anni. Per tutto questo periodo l’opinione pubblica non saprebbe nulla sui reati commessi e sulle persone indagate e arrestate.
Sarebbe una situazione che la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha ripetutamente condannato affermando che la libertà d’informazione è uno dei cardini sui quali si basa una moderna democrazia.
Martedì 9, al mattino, i giornalisti italiani protesteranno con un corteo in bicicletta nel centro di Roma organizzato dall’Unione Nazionale Cronisti Italiani e dalla Associazione Stampa Romana. Il corteo partirà alle 11 dalla Fnsi e passerà davanti al Senato, in piazza Venezia, davanti a Palazzo Chigi, in piazza di Spagna e si concluderà davanti alla Camera alle 12 con un sit-in.
Mercoledì 10, alle ore 16, i giornalisti italiani informeranno della situazione i colleghi della Stampa estera con una conferenza alla quale parteciperanno i vertici della Federazione della Stampa, dell’Ordine dei giornalisti, della Asr e dell’Unci