Intercettazioni: Flick, sono necessari equilibrio norma e non censura stampa
PRESIDENTE CORTE COSTITUZIONALE: RISPETTARE ARTICOLI 15 E 21
Informazione vuol dire pluralismo, pluralismo vuol dire democrazia
28 gennaio 2009 - Conferenza stampa, risposta a Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, sul percorso da seguire per evitare che la libertà di informazione sia limitata come si cerca di fare sempre più spesso, da ultimo con il ddl Alfano sulle intercettazioni
La giurisprudenza della Corte lo ha testimoniato e riaffermato più volte nonostante tutta la rivoluzione che vi è stata nel campo della informazione. Informazione vuol dire pluralismo, pluralismo vuol dire democrazia e informazione vuol dire sinergia tra gli articoli 15 e 21 della Costituzione. La libertà di comunicare, tutta la libertà di scegliere a chi comunicare e nello stesso tempo di comunicare a tutti.
Per tentare di dare una risposta vorrei esprimere la mia sensazione di preoccupazione di fronte all’irrompere di una serie di diritti nuovi legati soprattutto all’evoluzione tecnologica e scientifica e alla mancanza di risposte normative pertinenti. Il tema dell’informazione è uno di questi perché nel campo dell’informazione la mia sensazione è che la ricchezza, la molteplicità degli strumenti dell’informazione aprano la via al rischio oggettivamente che l’informazione da strumento necessario, da momento essenziale per il pluralismo, possa ad esempio diventare, penso al tema della divulgazione delle intercettazioni, possa diventare strumento di diminuzione della privacy.
Credo che spetti alla legge, cioè alla valutazione politica, la scelta di come stabilire un equilibrio tra le esigenze dell’informazione e le esigenze della privacy. Credo che questa scelta debba essere fatta dal legislatore con la più ampia maggioranza possibile ma senza introdurre alcuna forma di censura preventiva. E’ la Costituzione che vieta ogni forma di censura preventiva sulla stampa, sia diretta sia indiretta.
E credo che forse bisognerebbe mettersi attorno a un tavolo per ragionare su questo tema.
La Corte, ovviamente, resta estranea a tutte le tematiche di elaborazione di iniziative legislative.
So che sul tema, uno dei temi più caldi della tematica dell’informazione, il tema appunto delle intercettazioni e del loro utilizzo, della loro ampiezza, è in corso un dibattito molto ampio. Su una serie di prospettive di soluzioni legislative ho l’impressione che varrebbe la pena di mettersi tutti intorno a un tavolo per decidere come bilanciare, come rendere bilanciati ed equilibrati gli interessi contrapposti del tema dell’informazione.
C’è un solo profilo, ovviamente, che mi interessa: il collegamento tra gli articoli 15 e 21 della Costituzione. Cioè l’informazione come momento, come diritto, come libertà di parlare a tutti e quello di tutti di ascoltare. Ma perché si possa avere la libertà e il diritto di parlare a tutti, rispettando l’art 21 della Costituzione, bisogna anche che sia rispettato l’art. 15 cioè che chi parla possa scegliere se parlare a tutti o se parlare solo a qualcuno