Diritto di cronaca: Garante della privacy tuteli la libertà di informazione dagli abusi
CHIAVENNA: CHIESTO UN INTERVENTO SULLA GUARDIA DI FINANZA
Gli avvenimenti pubblici non possono essere censurati
Pubblichiamo la lettera inviata dal presidente dell’Unci Guido Columba al Garante per la tutela dei dati personali, prof. Francesco Pizzetti, sulla vicenda di Chiavenna
Roma, 2/2/2009
Signor Professore,
Le scrivo, d’intesa con la collega Rosi Brandi, presidente del Gruppo Cronisti Lombardi, per chiederLe un intervento presso il comando della Guardia di Finanza di Chiavenna (Sondrio) che venerdì scorso ha impedito ad un cronista de La Provincia, Stefano Barbusca, di svolgere il proprio compito professionale sostenendo, a nostro avviso del tutto indebitamente, che stesse violando le norme della legge 675/1996 sulla tutela dei dati personali, cosiddetta privacy.
La vicenda è iniziata lo scorso 18 gennaio al posto di frontiera tra Italia e Svizzera di Villa di Chiavenna – Castasegna sulla statale 36 dello Spluga. I finanzieri in servizio, in divisa, al valico avevano fermato un furgone sul quale una ventina di profughi curdi stava per essere portata in Svizzera e arrestato il conducente. Il fotografo Dardo Rigamonti, che era sul posto, ha scattato alcune immagini di quanto stava accadendo.
Il giorno successivo il quotidiano La Provincia ha pubblicato nell’edizione di Sondrio un articolo sull’operazione corredato dalle fotografie. L’articolo e le foto, riferiscono i colleghi, hanno provocato una forte irritazione nella Finanza.
Venerdì 30 gennaio, una squadra di sette finanzieri, in divisa, si è presentata nel negozio di fotografia di Rigamonti, in via Carducci nel centro di Chiavenna, per eseguire controlli sulla contabilità.
Il collega Barbusca, giornalista professionista, è stato inviato sul posto dal giornale per rendersi conto di quanto avveniva e riferirne ai lettori. Il cronista aveva con sé la propria macchina fotografica con la quale ha scattato delle foto. A quel punto Barbusca è stato avvicinato dai finanzieri i quali hanno sostenuto che aveva realizzato le immagini in violazione della normativa sulla privacy e hanno messo sotto sequestro l’apparecchio fotografico. Non contenti di ciò si sono fatti consegnare il tesserino dell’Ordine dei giornalisti del collega e hanno sequestrato anche il suo documento professionale.
E’ di tutta evidenza che il comportamento dei militari della Finanza è stato illegittimo poiché i giornalisti, in base a tutta la normativa italiana e comunitaria, hanno il pieno e totale diritto di svolgere il loro compito professionale informando i cittadini di quanto accade. La libertà di informazione e il diritto-dovere di cronaca non possono essere negati da interpretazioni abnormi di leggi e regolamenti.
Quanto accade può e deve, se rilevante ai fini dell’interesse pubblico – come lo era l’arresto in flagranza di un trafficante di esseri umani e un’operazione di polizia tributaria, eseguiti entrambi da militari in divisa in luogo pubblico – essere riferito dai giornalisti ai cittadini. La normativa è molto precisa in materia, lo ha sottolineato con forza nei giorni scorsi il presidente della Consulta Giovanni Maria Flick: “è la Costituzione che vieta ogni forma di censura preventiva sulla stampa, sia diretta sia indiretta”.
E’, tuttavia, molto frequente che per evitare di fornire informazioni ai giornalisti o per negare che una vicenda sia accaduta, forze di polizia, ospedali, scuole, squadre di calcio, etc. si facciano improprio e indebito scudo della legge sulla tutela della privacy sostenendo che nulla può essere rivelato.
E’, a nostro avviso, un ricorso del tutto illegittimo a una normativa che ha finalità molto diverse da quelle di impedire che i cittadini sappiano ciò che accade.
Già in passato ci siamo rivolti diverse volte al Suo predecessore Rodotà sollecitando interventi positivi in sostegno della libertà di informazione – che la Costituzione sancisce sia diritto dei cittadini, e del diritto-dovere di cronaca.
Chiediamo, pertanto anche a Lei di chiarire in modo inequivocabile, in primo luogo alla Guardia di Finanza di Chiavenna, che gli avvenimenti di cronaca, il fatto accaduto in pubblico, costituiscono notizie che i cronisti hanno tutto il diritto-dovere di riferire e i cittadini tutto il diritto di conoscere.
Grazie per l’attenzione,
Guido Columba