Viareggio cerca ancora un colpevole per il disastro ferroviario di 10 mesi fa
CONVEGNO CON ISTITUZIONI E FAMILIARI DELLE VITTIME
La Procura di Lucca non ha indagato ancora nessuno
di Gianfranco Pierucci
17 aprile 2010, Viareggio - Sono trascorsi quasi 10 mesi dalla sera del 29 giugno 2009 quando un treno merci con i vagoni carichi di gas esplose nella stazione di Viareggio distruggendo un intero quartiere e causando la morte di 32 persone e il ferimento di altre decine. Sono trascorsi quasi dieci mesi, ma ancora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Lucca, mentre procedono nei tempi “burocraticamente” corretti i lavori per la ricostruzione delle 70 case danneggiate, degli edifici pubblici ed è tornata in piena attività la Croce Verde che, in quell’occasione, non ebbe perdite umane ma vide distrutta sede e parco ambulanze. E a Viareggio, in concomitanza con la cerimonia conclusiva del Premio Piero Passetti Cronista dell’Anno, l’Unione Nazionale Cronisti ha organizzato un convegno dal titolo “La strage dimenticata, il silenzio sugli innocenti”, nuovo luogo d’incontro tra gli Enti Locali, Comune di Viareggio e Provincia di Lucca, e i vari comitati sorti a seguito del disastro, per fare il punto sulla situazione e darsi una linea comune per l’immediato futuro. Erano stati invitati all’appuntamento anche la Procura di Lucca e il procuratore generale di Firenze, ma la prima ha declinato l’invito, il secondo ha dovuto rinunciare, essendo fuori sede venerdì, per cause di forza maggiore legate all’interruzione del traffico aereo sul nord Italia. Tutti gli interventi hanno convenuto sulla correttezza delle procedure finora seguite dal commissario straordinario (il presidente della Regione Toscana) preposto alla ricostruzione, anche se non sono mancate considerazioni negative in merito alla tempistica dettata dalle norme; hanno concordato sulla necessità di un rapido finanziamento della ricostruzione, ma soprattutto sull’inspiegabile lentezza delle indagini. C’è stato chi ha fatto notare come per due recenti episodi (l’incidente mortale alla centrale Enel di Civitavecchia e il disastro ferroviario di Silandro) la magistratura dopo poche ore ha iscritto nel registro degli indagati complessivamente una quindicina di persone, e si è di conseguenza chiesto il perché ci sia ancora silenzio sulle possibili ed eventuali responsabilità del disastro del 29 giugno. Eppure è ormai certo – dagli incontri che i familiari delle vittime hanno avuto con tecnici preposti alla sicurezza ferroviaria – che quel disastro avrebbe potuto essere evitato e che quindi qualcuno, nell’iter delle procedure di prevenzione e sicurezza necessariamente registrate, non può che aver agito senza la necessaria diligenza. Sia il Sindaco di Viareggio Lunardini, che il presidente della Provincia di Lucca, Baccelli, hanno fatto capire di aver esaurito ormai la loro pazienza, e che entro il 29 giugno vogliono avere delle risposte sul fronte delle indagini. Baccelli ha anche accennato a segnali recenti che farebbero pensare a una prossima svolta nelle indagini. Ma entrambi, confermando ai familiari e ai comitati l’ impegno accanto a loro nella ricerca della verità , hanno chiarito che la loro pressione si farà sempre più aggressiva e incalzante, fino anche a manifestazioni simboliche di grande impatto. Particolarmente toccante l’intervento di Daniela Ronchi, la mamma di una ragazza, Emanuela, morta a 21 anni dopo 42 giorni dal disastro per le gravi ustione riportate. Ha chiesto “giustizia” per sua figlia e per le altre vittime, ma soprattutto ha chiesto la verità sulle responsabilità del disastro per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro stroncando tante vite, molte delle quali giovanissime